Si trova rinchiuso nel carcere di Prato della Dogaia da un paio di giorni uno dei peggiori criminali tra quelli reclusi nelle patrie galere. E’ Naim Stafa, meglio conosciuto come una delle “belve di Gorgo”, dal nome del paese veneto dove furono orribilmente torturati e poi uccisi due anziani e inermi coniugi, i Pellicciardi. Stafa è stato trasferito a Prato per ragioni di sicurezza, dopo che i compagni di cella nel carcere di Verona, dove era detenuto per scontare l’ergastolo, lo avevano picchiato fino a spaccargli una mandibola.
Questo, a quanto pare, non perché mossi dal reato per cui Stafa si trovava lì, ma perchè lui li contestava e li indicava come compagni che non voleva avere. L’albanese era detenuto in una sezione “protetta”, proprio per la gravità del suo caso; una sezione in cui pare ci fossero i pedofili e i violentatori, i più odiati dei criminali. Stafa non voleva stare con loro, e li giudicava duramente: ne è rimasto vittima.
Naim Stafa è l’albanese di 35 anni che avrebbe ideato e diretto l’assalto alla casa dei coniugi Pelliciardi, a Gorgo al Monticano, in cui i due vennero massacrati da un altro albanese, Artur Lleshi, 33 anni, morto suicida in carcere e forse da un terzo personaggio rimasto sconosciuto. Al processo che si tenne un anno e mezzo fa con rito abbreviato a Treviso, Stafa è stato condannato all’ergastolo; fino a quel punto era detenuto a Venezia. Una volta condannato, è stato trasferito a Verona, e lì è avvenuto il pestaggio.