E’ un durissimo j’accuse contro il ricorso ai concordati preventivi, quello di Anselmo Potenza, leader di Cna. “Crac pilotati? – dice Potenza – Altro che concorrenza sleale, la moda dei concordati al 10-15 per cento, ancora una volta, scarica gli errori imprenditoriali dei committenti sui soliti fornitori che nel tessile pratese, dove il fenomeno è pesante, si chiamano artigiani terzisti. Sui nostri quasi 4mila soci stimiamo che circa 800 aziende abbiano avuto a che fare con concordati, fallimenti o comunque accordi per sostenere il cliente e non parliamo di quanto questo sia avvenuto nel tessile dopo una contrazione delle tariffe di lavorazione che già portavano sotto zero la redditività del lavoro”.
“Bene fa la Marcegaglia a condannare queste gravi scorrettezze – aggiunge Potenza – era ora che Confindustria se ne accorgesse dopo anni che Cna denuncia questa situazione. Sarebbe bene però che questi comportamenti fossero ancor più stigmatizzati dalle associazioni imprenditoriali, perché non è certo sufficiente dire che un’impresa in liquidazione o fallita non è più socia, si dovrebbe casomai escluderla o riprenderla quando si è ancora in tempo per non danneggiare i terzisti. Va infine tenuto conto che ogni tribunale interpreta le leggi e che – ad esempio a Prato – è molto più difficile che il tribunale riconosca la caratteristica di impresa artigiana, rispetto a Biella dove, di norma, è sufficiente essere iscritti all’albo artigiani. Questo è importante perché in un concordato se l’impresa è, secondo il tribunale, artigiana, ha diritto a dei privilegi, cioè a riscuotere dopo i dipendenti ma prima di tutti gli altri creditori che si chiamano chirografi”.
“Negli ultimi tempi – chiude Potenza – abbiamo sentito parlare di concordati addirittura al 5% . Ci sentiamo di dire ai nostri artigiani: prima di accettare venite in Cna perché è possibile ottenere di più se i creditori non approvano queste proposte scandalose”.