C’è un problema concreto con il pronto soccorso e c’è la necessità di trovare al più presto soluzioni in grado di rimettere in carreggiata la situazione della sanità a Prato. All’indomani della visita dell’assessore regionale Enrico Rossi in città, per invitare le imprese pratesi a sfruttare la grande occasione offerta dal nuovo ospedale, tocca all’assessore al Sociale del Comune Dante Mondanelli richiamare l’attenzione di tutti su alcuni punti caldi. In primis, come detto, quello del pronto soccorso, con una situazione che ha ormai raggiunto il livello critico. “Quanto letto stamani sulle pagine dei giornali – dice l’assessore – trova conferma nelle preoccupazioni mie personali e dell’intera giunta. Il fatto che molti dei medici in servizio se ne siano andati o siano in procinto di cambiare reparto mi preoccupa. E’ evidente che il settore dell’emergenza è uno dei più delicati dell’intero sistema e il fatto di trovarsi di fronte ad un turn over così massiccio non può che autorizzare la massima preoccupazione. Tra l’altro questo è un problema che si va ad aggiungere a quelli ormai cronici, più volte denunciati in passato. E’ necessario, quindi, trovare prima possibile le migliori soluzioni e spero di poter collaborare con la direzione dell’Asl e di dare il mio contributo. Nella consapevolezza che non sarà sicuramente facile sostituire personale che ha ormai acquisito esperienza e capacità ai livelli più alti”.
Ma il Comune ha già iniziato a muoversi su questo fronte. Proprio qualche giorno fa, incontrando l’assessore regionale alla Salute Enrico Rossi, il sindaco Cenni e l’assessore Mondanelli (anche nella sua vesta di presidente della Società della Salute) hanno presentato tre richieste alla Regione. Prima di tutto la possibilità di avere risorse aggiuntive da dedicare proprio all’emergenza, intervenendo sul pronto soccorso in modo da rimuovere alcuni di quei problemi che sono anche alla base della “fuga” dei medici. Poi, Cenni e Mondanelli hanno chiesto espressamente a Rossi una ricognizione preciso del numero di stranieri che a Prato gravitano sui servizi sociosanitari; e in base a questo di riconoscere alla nostra città una quota aggiuntiva sia a livello sanitario sia a livello sociale. Infine il punto forse più delicato, che si ricollega alla nascita del nuovo ospedale. “Per come è stata pensata la struttura – spiega Mondanelli – si verrà a creare il problema di come trattare tutti quei casi che risultano “poco” per un ricovero in ospedale ma “troppo” per essere semplicemente rimandati a casa. A livello di Società della Salute, quindi, bisognerà creare sul territorio delle vere e proprie unità di cure primarie, delle strutture che affianchino l’ospedale. Penso, ad esempio, di un sistema di supporto domiciliare sia con personale medico o infermieristico ma anche con badanti, in grado di garantire ai cittadini la necessaria assistenza medica anche al di fuori della struttura ospedaliera”. (c.van.)