Scene di decadenza. Quando un partito è avvolto in molti contrasti ed in poche linee politiche rischia lo sfratto. Il Popolo della Libertà a Prato è arrivato a tanto in queste ore e non solo in senso figurato: i maggiorenti hanno ricevuto l’invito ad andarsene dalla storica sede di piazza Mercatale da parte del proprietario per l’impossibilità attuale del partito di continuare a corrispondere regolarmente la quota d’affitto. Ieri pomeriggio alcuni militanti hanno completato il trasloco dei computer, dei tavoli e delle sedie . Piazza Mercatale, fin dalla prima stipula del contratto nel lontano 1995, è stata la casa di Alleanza Nazionale dalla stagione post-Fiuggi fino alla confluenza nel Pdl nel 2008, l’anno in cui ha cominciato ad accogliere ufficialmente le riunioni degli organi di partito e degli eletti della nuova formazione. Gli accordi ai piani alti parlavano chiaro dopotutto, in tutta Italia le sedi del Popolo della Libertà sarebbero state quelle di Alleanza Nazionale pagate mediante l’apposita fondazione messa su da uomini vicini a Gianfranco Fini che ha in custodia il patrimonio immobiliare. Nel primo anno e mezzo è andata così anche a Prato, ma col grande bisticcio fra il presidente della Camera e Berlusconi il Pdl ha inaugurato la stagione delle ritorsioni e per quanto riguarda le sedi questa si è tradotta nella cessazione del pagamento dei contratti di affitto garantiti dalla fondazione di Alleanza Nazionale. Le reazioni degli attivisti di lungo corso a questo abbandono forzato sono quasi affrante: “Addio gloriosa sede di piazza Mercatale, la destra pratese lascia il cuore e l’anima” scrive dalla sua bacheca di Facebook Elena Ganugi, consigliera della circoscrizione Nord. È quasi malinconico, invece, il ricordo del presidente del consiglio comunale e finiano della prima ora, Maurizio Bettazzi: “Oggi se ne va una parte della nostra storia politica e personale. Abbandonare la sede di An di piazza Mercatale dopo 15 anni di incontri, di riunioni di gioie e amarezze litigi e riappacificazioni non può limitarsi ad uno squallido l’ultimo chiuda la porta”.
Al di là della nota sentimentale il cambio di sede non dovrebbe essere un problema per un partito, se almeno ci fosse il trasloco verso una nuova sede. Invece, il Pdl è destinato per un po’ di tempo a restare in mezzo ad una strada, afflitto dalla sue divisioni anche nella scelta futura di un luogo per le riunioni, con una situazione in via di peggioramento se Bettazzi dovesse dar seguito alle intenzioni confidate in queste ore di voler affittare in centro una nuova sede soltanto per la componente degli ex An. Mentre, per la nuova sede del Pdl regna il rimbalzo delle responsabilità fra chi ritiene la materia di competenza esclusiva del coordinamento provinciale, quindi da sbrigare dal duo Mazzoni-Bernocchi e quelli che rimandano ogni decisione al via libera dei vertici regionali. Per il momento manca lo spirito unitario anche nell’elaborazione del “lutto”, da stamane infatti dalla finestra della sede di piazza Mercatale fa capolino una vecchia bandiera di Alleanza Nazionale accompagnata da un vistoso drappo nero, quasi a ricordare che da quelle parti gli ex forzisti sono stati tollerati al massimo come ospiti graditi.
Carlandrea Adam Poli
Non preoccupatevi , ci pensa il “compagno” Fini a sistemare tutto.