
Mario Nanni
E’ stato un abbraccio vero, pieno d’affetto. I pratesi non vogliono dimenticare e fino dalle prime ore di stamani, in Provincia, hanno reso omaggio a Mario Nanni, giovano lavoratore di Migliana morto a 19 anni a Mauthausen. Una bandiera tricolore avvolgeva quella piccola e semplice cassetta, arrivata nelle settimane scorse a Prato dopo lunghi anni di attesa, che domani sarà trasportata a Migliana dove alle 15.30 si svolgerà la cerimonia religiosa.
Oltre cinquecento persone hanno visitato la camera ardente e preso parte alla commemorazione che si è svolta nel salone consiliare della Provincia e si è aperta con i saluti del presidente dl consiglio provinciale Giuseppe Maroso, del presidente della Provincia Lamberto Gestri e del sindaco di Cantagallo, Ilaria Bugetti. Tutti visibilmente commossi e determinati nell’affermare il grande valore del sacrificio di questo giovane operaio e anche la necessità di condividerne, prima di tutto con i giovani, la memoria.
“Coloro che non ricorderanno il loro passato saranno costretti a riviverlo”. Ha scritto una giovane studentessa, Eleonora, sul quaderno delle firme. E’ il messaggio che è stato ripetuto, con interventi appassionati, dal presidente dell’Aned, Giancarlo Biagini, e dalla direttrice del Museo della deportazione e resistenza, Camilla Brunelli. Mentre il presidente dell’Associazione per il gemellaggio Prato Ebensee, Dante Mondanelli, ha raccontato la bella esperienza di pacificazione condotta dai pratesi e dagli abitanti di Ebensee. Commovente, nel pomeriggio, la visita di un gruppo proveniente proprio da Ebensee che ha incontrato la famiglia e pregato.
In tanti hanno voluto essere presenti, dai lavoratori che hanno partecipato alla manifestazione per lo sciopero, con il segretario della Cgil Manuele Marigolli (nel pomeriggio c’è stata anche la visita del segretario della Cisl, Stefano Bellandi), al vescovo Gastone Simoni che si è soffermato per la benedizione, dalle associazioni – a partire dall’Anpi – che hanno preso parte alle cerimonie per la liberazione a tutte le amministrazioni locali. Alla cerimonia erano presenti i Gonfaloni di tutti i Comuni. Omaggio bipartisan da parte dei parlamentari Antonello Giacomelli e Riccardo Mazzoni, e dei sindaci Roberto Cenni, Mauro Lorenzini, Paolo Cecconi, Doriano Cirri, Marco Martini e Annalisa Marchi.
E’ stata la determinazione della famiglia e la collaborazione con la Provincia di Prato, il Comune di Cantagallo, il Museo della deportazione e l’Aned a permettere di raggiungere l’obiettivo di riportare a casa di resti di Mario Nanni. La famiglia era venuta a conoscenza negli anni Settanta che Mario, penultimo di otto fratelli, era sepolto nel cimitero militare italiano di Mauthausen. Era morto di tubercolosi nei giorni immediatamente successivi la liberazione del campo da parte degli americani, e questo aveva permesso che fosse identificato e sepolto. Un medico milanese che l’aveva assistito e si era salvato era riuscito a stabilire poi contatti con la famiglia.
Mario – come ricostruisce Camilla Brunelli – venne arrestato, probabilmente il 7 marzo del ‘44 nei pressi del Fabbricone, dai fascisti della Repubblica sociale italiana nel corso della retata che era stata ordinata in seguito allo sciopero generale, organizzato in tutto il Centro nord come atto di resistenza civile, dal Comitato di liberazione nazionale. Il giovane era di ritorno da Firenze, dove era andato a trovare alcuni parenti. Con lui furono oltre centotrenta i pratesi catturati per le vie di Prato, attraverso una indiscriminata caccia all’uomo, imprigionati al Castello dell’Imperatore, consegnati ai nazisti e trasferiti alle Leopoldine di Firenze, e infine deportati con i famigerati vagoni piombati a Mauthausen. Ne tornarono soltanto diciotto.